Gli stili di comportamento della comunicazione

Uno degli studi più interessanti relativi alla comunicazione è quello derivante dall’analisi transazionale che identifica differenti stili di comportamento che ognuno di noi potrebbe utilizzare a seconda delle situazioni e degli interlocutori. Non si tratta quindi di caratteristiche personali, ma di peculiarità dei comportamenti nell’attività del comunicare. E’ naturale che alcune caratteristiche a livello di personalità possano portare a produrre più frequentemente l’uno o l’altro comportamento, ma ciò non deve trarre in inganno, in quanto se una persona ha uno stile che gli risulta “più naturale”, può comunque imparare a monitorare i propri comportamenti e modificarlo se necessario. E’ utile apprendere la distinzione fra comportamenti di comunicazione, poiché riconoscendo, in noi stessi o negli altri, lo stile di quel momento e di quella occasione possiamo governare meglio il processo comunicativo.

Lo stile è pertanto il modo in cui una persona interagisce, il comportamento che una persona tiene durante la comunicazione. Svolge tre funzioni principali:

  • dà un messaggio circa il contenuto,
  • crea un’identità comunicativa,
  • dà forma all’interazione evidenziando gli aspetti di relazione.

Si possono distinguere quattro stili di comportamento, partendo dagli atteggiamenti che definiscono il valore che viene attribuito da ciascuno di noi a se stesso (io sono ok quindi io valgo, io non sono ok quindi non valgo) e agli altri (tu sei ok quindi tu vali, tu non sei ok quindi non vali).

Gli stili di comportamento della comunicazione

Chi adotta un comportamento aggressivo (lo “schiacciasassi”) tende ad imporsi, a dominare e a svalutare gli altri. Il presupposto su cui si basa il comportamento aggressivo è quello della ridotta importanza dell’altro; esiste quindi un egocentrismo che porta ad una eccessiva autostima. Alla base di questo tipo di comportamento vi potrebbero essere anche delle componenti d’ansia che portano ad una forte ostilità verso gli altri.

Il comportamento passivo (adottato dal “sottomesso”) è dominato dagli altri e tende a subire. Di solito ha un’elevata “ansia sociale”, non riuscendo ad esprimere adeguatamente i propri bisogni e le proprie esigenze. Ottenendo il consenso di tutti ed evitando qualsiasi forma di contrasto con gli altri riduce l’ansia, ma finisce col limitare notevolmente la sua capacità dì azione.

Chi adotta un comportamento manipolativo (il delinquente inesperto), tende a modificare la comunicazione volendo ottenere dall’altro ciò che gli è utile (anche a danno dell’interlocutore). Questo però determina nella totalità dei casi una comunicazione poco efficace e quindi le ripercussioni sono negative per entrambi (logica distruttiva della relazione).

L’assertività (adottata dall’ ”amatissimo”) è da considerarsi molto distante dagli stili visti in precedenza. E’ la capacità, in una qualsiasi situazione, di riuscire a  definire chiaramente la nostra posizione, a renderla nota, a difenderla senza aggressività, ammettendo posizioni differenti da parte del nostro interlocutore. Con essa, quindi, si permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi; questo stile è caratterizzato dalla voglia di collaborare, di generare valore per tutti gli interlocutori.

Fonte: Pdfor.com